Quest’anno il tema della giornata missionaria mondiale è “Andate ed annunciate a tutti”.
Sì, il sottofondo di tutte le attività che cerchiamo di portare avanti nella nostra realtà a Bouar è proprio questo, attraverso una parola, un gesto, un’iniziativa, fare rinascere la speranza. Ogni giorno mi chiama a scrutare l’orizzonte del fondo del cuore di queste persone per coglierne il grido di aiuta e cercare di fare rinascere la voglia di vivere: dalla povertà, dall’impossibilità di aprirsi ad un futuro che sia compimento del vivere, dalle tragedie delle numerose vittime di questa civiltà disordinata e ingiusta che ogni giorno miete vittime tra le persone più deboli e fragili.
L’ultima nelle quali mi sono imbattuto è il gran numero di ragazze che per mille ragioni si scoprono un giorno in grembo una vita e non hanno la capacità e il sostegno necessario per accoglierla. Abbandono, solitudine, povertà, senso di vergogna, contrasto con la famiglia le assalgono e la prospettiva più facile è quella di sbarazzarsi del dono della vita che portano dentro. Si arriva così alla decisione presa anche con una certa superficialità della scelta abortiva. I metodi sono molteplici: alcune strutture sanitarie che senza scrupoli anche al quarto – quinto mese di gravidanza acconsentono all’intervento. Oppure per le ragazze più povere c’è il ricorso alle pratiche tradizionale: un decotto di erbe e scorze velenose che fanno morire il feto. Molte ragazze non sopportano questo metodo e dopo forti sofferenze non sopravvivono. Di fronte al dilagare di questa piaga, ci siamo interrogati con un gruppo di persone della parrocchia.
Che fare? Abbiamo creato un centro di ascolto di sostegno per queste ragazze. Innanzitutto un lavoro delicato di individuazione di queste situazioni, cogliere le loro problematiche: cosa non permette loro di accogliere la vita che è in loro? Spesso il ritornello è lo stesso: l’abbandono di colui che dovrebbe fare da padre al nascituro, contrarietà dei familiari che non vogliono prendersi carico di una bocca in più da sfamare, condizioni economiche impossibili da parte della madre. Visto che spesso le cause sono economiche abbiamo deciso di sostenere queste ragazze con un aiuto per il corredo necessario per la nascita dei bambini, inoltre un piccolo sostegno economico che permetta loro di esercitare una piccola attività economica, di acquisto e rivendita di prodotti locali al mercato. Diciamo che col del valore di circa un centinaio di euro una vita può essere salvata e una ragazza madre non rischia la sua vita per sopprimerne un’altra.
Diverse storie hanno già avuto buon esito. Tra i tanti casi racconto quello di Celine: è una ragazza di circa 17 anni, vive col padre che si è messo con un’altra donna che non è la madre di lei. Scoprendosi incinta inizia il dramma. La donna che vive con suo padre non ne vuole sapere, il padre per quieto vivere acconsente. Un giorno Celine va da un “nganga” tradizionale, un tipo di persone che conosce le erbe e le piante e la reazione che ha sulle persone. Ha quello che fa al caso suo. Un pezzetto di ramo puzzolente e della segatura di colore rossastro. Le dice di farne un decotto e di berlo che farà effetto. Celine abita vicino a Marie Martine, un membro del centro di ascolto e una mattina si presenta da lei impaurita chiedendole se fa bene a bere quell’intruglio. Marie Martine la guarda, le fa raccontare la sua storia, e le dice tutti i pericoli a cui va incontro per sé, del fatto che al terzo mese il bambino che è in lei sta già prendendo forma e che di fronte a Dio è una cosa grave. Le dice comunque che la può aiutare se vuole. Celine accetta con la stessa facilità con cui aveva accettato di seguire i consigli del conoscitore di erbe. Celine farà gli esami di gravidanza, un test per l’AIDS e accoglie l’idea di iscriversi alla scuola di cucito per ragazze in difficoltà dell’associazione “ wali zingo na lango” “Donna svegliati”. Celine sente di aver trovato come una mamma che anziché evitare la situazione e lasciarla con suo peso la segue, la consiglia e nei momenti difficili si fa vicino.
Di situazioni come Celine ne incontriamo tutti i giorni e davvero basta poco per decidere di sopprimere una vita e andare incontro a conseguenze drammatiche per sé oppure fare rinascere la speranza e la dignità. Vogliamo continuare al centro di ascolto della parrocchia di Fatima a Bouar a fare riaccendere il sorriso su tanti volti che sembrano averlo dimenticato.
Padre Beniamino