Home > Voci dall'Africa > Padre Beniamino > Due colpi di pedale sulla pompa per ogni litro di acqua: il nuovo pozzo per l’acqua a Bouar

Bouar, cittadina della repubblica centrafricana. Per soddisfare il fabbisogno di acqua possiede sette pozzi di profondità con acqua potabile. Se nella stagione delle piogge l’approvvigionamento di acqua è assicurato mettendo una bacinella sotto il tetto di paglia che raccoglie l’acqua piovana e dall’abbondanza di ruscelli che in questo periodo si riempiono per seccare quando le piogge cessano, nel lungo periodo di secca diventa problematico assicurarsi i 30 litri d’acqua che bastano ad un nucleo familiare per una giornata. Jiango be africa aveva già affrontato questo problema. Una decina di pozzi tradizionali migliorati li ha forniti nei vari quartieri, ma non bastava questo al fabbisogno. Di fronte a questa esigenza così primaria ci abbiamo voluto scommettere ancora una volta. Jiango be ci ha provato e non è rimasta sola. Infatti, con l’apporto del gruppo missionario “Arcobaleno” di Trambileno e attraverso le varie iniziative promosse durante l’anno 2011 siamo riusciti a raccogliere le quasi 11.000 euro necessarie a scavare un pozzo di profondità. Ora il sogno è divenuto realtà. Nel mese di dicembre l’ONG americana ICDI è venuta e ha fatto la perforazione. Ottanta metri circa di profondità. Acqua abbondante e pulita, siamo sui 900 litri all’ora, azzeccata al primo tentativo. Non male se si pensa che in altre occasioni si è dovuto fare due e anche tre tentativi per trovare acqua. Che sia perché è jiango be africa che c’è dietro all’iniziativa? E’ stato emozionante quel giorno che sono arrivati i tecnici di ICDI per fare la perforazione. Mi hanno chiesto dove volevo fosse scavato il pozzo. Io ho loro mostrato l’area, sul terreno della missione, uno spazio di circa tenta metri su trenta. Un giovane centrafricano comincia a percorrere l’area con un pezzo di bastone biforcuto. Ad un certo punto mi dice: “Mon père, scaviamo qui.” “Ok, se lo dici tu”, gli rispondo. Poi incuriosito gli chiedo: “ma come fai ad esserne sicuro”. Lui mi mette in mano il pezzetto di legno verde di goava, mi accompagna dieci passi lontano dal punto indicato da lui e mi fa camminare lentamente tenendo le “corna” del legnetto con le due mani, io giro un po’ in giro e non capisco niente, non succede nulla. Poi mi porto sul punto in cui lui ha indicato la presenza dell’acqua, anche qui nulla. Lo guardo come a dirgli: boh io non vedo nulla. Lui prende un lato del legnetto con la sua mano, stringe l’altra alla mia mano destra e con la sinistra mi fa tenere l’altro capo del legnetto. Mi dice di tenere stretto. Ci portiamo in un punto un po’ lontano e pian piano ci avviciniamo al luogo indicato da lui. Giunti sul punto esatto il legnetto che tenevamo a 45 gradi dall’angolatura rispetto alla mano, quasi per magia si piega ruotando su se stesso di 90 gradi. Non sono stati i polsi che hanno ceduto ma proprio il legno che si è piegato. Meraviglia. Il dono del rabdomante decisamente non ce l’ho. Ma l’importante è l’acqua.
Fatta la perforazione a dicembre, solo a marzo sono venuti ad installare la pompa. La gioia della prima pompata l’hanno lasciata a me. Meraviglia, esce “jiangoacqua” dai riflessi di “arcobaleno”. Applausi al momento dell’uscita del primo schizzo di acqua dal nuovo pozzo. Bambini e donne i più presenti. Al consiglio parrocchiale abbiamo parlato della gestione del pozzo. Conclusione del dibattito: la pompa si usura e serviranno dei ricambi, il luogo deve essere intrattenuto pulito e igienico, così un giovane lo gestirà e sarà remunerato con la stessa paga di un operaio, cioè quasi trenta euro mensile. Gli utenti pagheranno un litro di acqua 0,0016 euro.
Ogni giorno al nuovo pozzo si approvvigionano circa 150 famiglie. Spesso sono i bambini gli incaricati di portare acqua a casa. Siccome il giovane incaricato di gestire il pozzo è molto ligio, senza soldi niente acqua, spesso le vecchiette vengono da me dicendo che di non avere il 25 franchi per l’acqua quotidiana, venti litri, così prendo dalla cassa pozzo innumerevoli 25 e….anche loro possono bere dell’acqua del pozzo di tutti.
In tutto il pozzo fornisce sui 4500 litri di acqua al giorno, calcolando che ad ogni colpo di pedale sulla pompa esce mezzo litro di acqua, la pompa essendo a pedale, si vede sottoposta ad uno stress di novemila calci giornalieri. Li sopporta per il quel bene comune così necessario che è l’acqua per l’umanità. Grazie gruppo missionario Arcobaleno, grazie Jiango be Africa da parte della pompa, contenta di prendere calci e da tutti noi.

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