Ciao Anna,
per comodità e per simpatia ti chiamo così, in effetti non conosco il tuo nome e nemmeno se sei un bambino o una bambina. In realtà mi piacerebbe conoscerti, sapere chi sei cosa fai, cosa ti piacerebbe fare da grande. Forse ci conosceremo. Anche tu non mi conosci. Sono il padre missionario che ha ricevuto il regalo della tua prima comunione. Di te so solo che l’anno scorso tu hai detto ai tuoi amici e parenti di non farti regali in occasione della tua prima comunione, ma di darti il corrispattivo in soldi perchè tu vuoi aiutare i bambini in Africa.
Certo che hai fatto un gesto coraggioso, fuori dal comune. Come hai fatto a rinunciare a tutti quei giochi elettronici che si vedono ogni giorno alla televisione? Come hai potuto non pensare a tutti quei vestiti firmati che piacciono tanto? E il telefono portatile ce l’hai già? Ma chi ti ha messo in testa che in Africa i bambini hanno bisogno del tuo aiuto? Chi ti ha fatto sapere che la tua prima comunione poteva aiutare i bambini dell’Africa? Qualcuno deve avertelo detto e tu…..ti sei lasciato trasportare dall’ idea.
In tutto hai raccolto 1500 euro. Una bella sommetta sai? Io non so cosa ci puoi fare tu con questi sondi, anzi lo so, li vuoi donare ai bambini dell’Africa. E così attraverso mani amiche sono giunti a me. E io mi trovo a dover gestire il tuo più bel desideri odella prima comunione. Mi dai tanta responsabilità sai? E se li uso male? E se non faccio come dici tu?
Ti dico cosa ho pensato. In un primo tempo ha pensato che tu al posto di quei soldi avresti dovuto ricevere dei regale dei giochi, così visto che li doni ai bambini africani, pensavo di fare giocare loro con il tuo dono. Pensavo di fare due campi di calcio qui nella parrocchia di Fatima nella città dove sono io Bouar nella Repubblica centrafricana. Così i bambini avrebbero potuto giocare al pallone. Mi sembrava una bella idea che poteva farti piacere. Forse anche tu giochi a pallone e sei tifoso di una squadra. Poi i giorni passano mentre io aspetto di affidare a qualcuno il lavoro della costruzione del campo di calcio, tanti nonne, nonni, mamme passano da me alla missione e mi dicono che l’inizio della scuola è vicino ma loro non riescono a procurarsi i soldi per iscrivere i bambini.
Il fatto è che queste nonne hanno a casa loro a volte fino a dieci bambini e cercanoo di aiutarli, ma non sono i loro bambini, perchè i loro genitori sono morti. Alcuni di malattia, altri per la guerra altri per mano dei banditi. Eh sì qui in Africa in tanti posti c’è la guerra e le malattie che portano via i genitori ai bambini. Di fronte a questa esigenza abbiamo formato in parrocchia un gruppo che si chiama caritas per aiutare le famiglie dei bambini orfani. In certi posti vogliono costruire dei centri apposta per loro, un orfanotrofio, in cui dovrebbero abitare. A me non piace questa idea, mi pare più bello che anche se non hanno più i genitori questi bambini possano vivere con gli zii o i nonni o i cugini. Almeno hanno qualcuno come una mamma e un papà, anche se non è la loro mamma vera o il loro papà vero. Possono andare a scuola insieme coi loro amici, giocare con loro, litigare con loro…..proprio come fai tu. Certo a loro manca la televisione, i giochi che hai tu i vestiti che hai tu. Ma possono essere contenti come sei contento tu.
Tu sei contento? Loro sono sempre contenti quando la fame non li fa piangere. Ti dicevo che con questo gruppo caritas abbiamo fatto un’ indagine per vedere quali bambini hanno più bisogno. Ne abbiamo trovati cinquanta. Ci siamo detti che con 30 euro possiamo iscriverli a scuola e dare loro i quaderni e la lavagnetta. Un pomeriggio della settimana scorsa abbiamo chiamato i bambini e i loro zii o nonni che li hanno accolti in casa loro e abbiamo loro distribuito i tuoi regali della tua prima comunione: dei quaderni, penne, lavagnette e dei gessi. Poi siamo andati dai direttori delle scuole e abbiamo pagato la loro iscrizione a scuola perchè qui in Africa per andare a scuola si deve pagare. Dovevi vedere come erano contenti questi tuoi amici nel ricevere la lavagnetta e i quaderni. Con un tuo gesto li hai proprio fatti felici, sì perchè anche ai bambini africani piace andare a scuola.
Ti racconto anche un fatto curioso che è successo ad uno di loro. Quando è tornato a casa era contento di andare a scuola, fa le seconda elementare, ma il giorno seguente torna a casa tutto triste. La zia gli chiede perchè e lui dice che i suoi compagni di scuola lo prendono in giro perchè ha i pantaloni tutti stracciati dietro e non ha nemmeno un paio di mutandine. Così ha venduto la lavagnetta ad un suo compagno e vuole comperare un paio di mutandine. La zia viene da me e me lo dice, che il suo bambino non ha più la lavagnetta. Io mi ricordo che da qualche parte tengo delle cose in caso di bisogno e cercando trovo un paio di pantaloni adatti per lui e anche le mutandine. Ora tutto contento può andare a scuola che i sui compagni non lo prendono più in giro. Vedi come vanno le cose qui in Africa? Ma la cosa più bella l’hai fatta tu con questo tuo regalo. Ti ringrazio a nome di tutti questi bambini che hai aiutato. Quando sarai grande vieni a trovarmi. Ciao
P. Beniamino